Lazio che gioca l’ottava partita di campionato a Torino in casa della Juventus che non perdeva da 41 partite dunque le aquile espugnano l’Allianz Stadium battendo i campioni d’Italia in carica con una rimonta per 2-1, grazie alla doppietta del fantastico Immobile.

Gara che in avvio mostra il solito modulo delle ultime uscite della squadra di Inzaghi e Farrsi, quel 3/4/2/1 che tante soddisfazioni sta togliendo al mister ed a tutti noi, compagini che partono con tanta qualità entrambe e che giocano un calcio molto lineare e mnemonico.
La Lazio è corta tra i reparti, e la Juve cerca di aprire la manovra in ampiezza, Marusic fa buona guardia su Asamoah tiene una posizione ottimale e da sostegno a tutto il reparto, rinunciando alle sue proverbiali sgroppate, dettame tattico partito dallo staff tecinico ed eseguito in maniera impeccabile.
Il motivo della gara non è molto individuabile perchè nei primi minuti non c’e’ un vero e prorpio padrone del campo, la Lazio cerca di verticalizzare la manovra accellerando con passaggi filtranti per Parolo, che si butta dentro negli spazi senza palla, ed immobile che con la sua velocità mette da subito in apprensione il reparto arretrato bianconero.
Juventus che ha nelle fasce il suo sviluppo più pericoloso di gioco, cosa che avevo scritto in settimana, e che Inzaghi non aveva bisogno gli ricordassi, l’accortezza delle squadre rende la gara una vera partita a scacchi.
La partita si spezza al minuto numero 25^ quando Khedira tira un missile dai venti metri sul quale strakosha opera una bella respinta , ma trova D.Costa solo che la butta in rete, Bastos tarda l’uscita e lascia in gioco il giocatore brasiliano, senza considerare che una spalla c’e’ al di la della lenea , dunque parte del corpo valida per far gol, fuorigioco, ma Mazzoleni il regolamento lo tralascia un pochino.
Allora i biancocelesti si trovano sotto di un gol nella tana del gigante, momento di smarrimento, avrebbe colpito tutti, nei minuti che seguono il gol la difesa della Lazio ha un vero e proprio attaco di timidezza, sembra quasi di assistere ad un ballo delle debuttanti, e giocatori consumati come Lulic, Bastos, de Vrij tentennano a ripetizione.
In un’impostazione di azione, la solita con palla che parte dalla difesa, viene chiamato in causa Strakosha che incredibilmente perde un tempo di gioco ed Higuain gli piomba addosso ad una distanza dalla liena di porta che posso quantificare in 100 cm circa, l’argentino rimpalla il rinvio e sfera che miracolosamente sbatte sulla traversa ed esce fuori, episodio chiave della gara, episodio che sà di magia .
Dopo questi schiaffi i biancocelesti sembrano quasi uscire da qualche minuto di torpore, e già nel primo tempo creano una bella occosione che si ingarbuglia davanti alla porta difesa dal vecchio Buffon, ma che avrebbe meritato altra fortuna, la matassa viene sbrogliata da Chiellini che spazza la palla fuori dal campo.
La prima frazione di gioco è terminata nel migliore dei modi, con la Lazio in crescita, e con la partita che ancora è apertissima, dunque siamo con la Juve in vantaggio per una rete a zero.
Inizia la seconda frazione di gara, perido dove la Lazio trova le sue vittorie, quando ai matti termina l’effetto dei calmanti che gli vengono somministrati per non far troppo male all’avversario, rientrano con gli occhi iniettati di sangue, prorpio come se fossere appena fuggiti da un centro di igiene mentale.
La furia delle aquile parte dal primo pallone che toccano, corrono tutti a duemila, Milinkovic ha acceso la luce, Immobile se ne accorge e gurada Luis Alberto che intende tutto quello che succederà di li a poco, è l’ora della riscossa.
Dopo due minuti dall’inizio del secondo tempo succede quanto segue: Milinkovic serve con un tocco che una poesia di Torquato Tasso in confronto è un pensierino da quinta elementare a Luis Alberto, lo spagnolo alza la posta e di prima costruisce, manco fosse Leonardo Da Vinci, una palla che arriva ad Immobile, e lui che non vuole essere da meno usa la squadra ed il compasso e prende le misure per battere Buffon, e ci riesce con una colpo di precisione come una pennellata di Giotto.
Botta di adrenalina pura, siamo in parità e la partita è ancora lunga e piena di insidie, considerando che le prime vengono dall’arbitro, che non si capisce il motivo continua a far picchiare come picconatori i Laziali dai giocatori juventini, senza mai ammonirne uno.
Ma torniamo al manicomio, ops alla Lazio, ghiaccio spezzato e la marea biancoceleste cresce, con giocate alla mano fatte di qualità ed in velocità.
Dopo 7^ dal gol di Immobile, la squadra di Inzaghi si crea il calcio di rigore, palla che scorre in verticale per il biondo bomber torrese, Ciro a tu per tu con Gigi Buffon, dribbling secco ed il vecchio portiere non può far altro che falciare in uscita il calciatore della Lazio, rigore ed ammonizione per l’estremo difensore.
Ciro si prende la palla, la care

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *